Contrariamente a quanto si può immaginare, pur essendo un’isola, Margarita offre un’incredibile gamma di paesaggi, tutti diversamente incantevoli. Nella parte più a nord, un piccolo stretto si allunga su una laguna che si apre e abbraccia il mare, immergendosi nella natura più incontaminata. La Restinga è uno dei luoghi più affascinanti e ricchi di mistero dell’isola, ma pochi conoscono l’incanto della desertica penisola di Macanao e della mini-Venezia, che territorialmente segna l’inizio di questa terra selvaggia.
Dopo circa un’ora di strada da Porlamar, su una carreggiata sempre dritta e semi desertica, si parcheggia in uno sterrato e ci s’incammina su un molo di legno, lungo il quale sono ormeggiate una ventina di piccole imbarcazioni a motore. Prima di intraprendere il viaggio nella laguna, la guida di turno offre la possibilità di scelta tra due tipi di percorso: uno breve, della durata di circa quaranta minuti, e uno più lungo, di quasi due ore. Una volta sistemati nella barca il mezzo viene lanciato a tutta velocità e, con qualche schizzo d’acqua e il vento tra i capelli, il divertimento comincia.
Quando i motori iniziano a rallentare, poco a poco ci si ritrova inghiottiti nell’ombra e il paesaggio si trasforma. Addentrandosi nella Restinga, si ha come la sensazione di sperimentare dal vivo l’emozione del bosco incantato di Hansel e Gretel. Dal mare aperto ci si ritrova chiusi in canali d’acqua stretti e poco profondi, circondati da una fittissima vegetazione, con la particolarità che gli alberi circostanti sembrano posizionati al rovescio, con le radici che piovono dal tronco e si tuffano in mare, terminando la loro vorticosa discesa in un piccolo cespuglio di alghe e gusci.
L’incanto però si svela, quando si osserva appena oltre la superficie dell’acqua. Laggiù, a centinaia, le stelle marine fluttuano dolcemente, accompagnando l’ondeggiamento del mare sospinto dall’avanzare dell’imbarcazione, ancorate alle radici, colorando con chiazze arancioni il fondale, che assume le sembianze di un fiorito prato autunnale.
Non è un caso il mio accenno a Venezia. Copiando il romanticismo della nostra splendida città italiana, qualcuno ha posto lungo questi canali dei piccoli cartelli, assegnandogli un nome: ‘Calle de los enamorados’ (strada degli innamorati), ‘Plaza del beso’ (piazza del bacio), ‘Via del amor’ (via dell’amore)… Immagino che, se quando siamo andati in visita alla Restinga, fossimo stati una coppietta in luna di miele, non avremmo esitato a tenerci per mano e baciarci. Invece, eravamo una compagnia di amici che, ad ogni cartello, commentava con battute ironiche e maliziose. Altro che romanticismo!
Il paesaggio di quando in quando cede il posto a delle distese di radici che spuntano dal sottosuolo in piccole piazzole di bastoncini perfettamente equidistanti tra loro: una fitta trama di legnetti della stessa misura, tanto che sembrano appena rasati da un tagliaerba. Credo che sia stata proprio questa loro originale conformazione a dettare all’uomo la pratica di chiamarle ‘parco’ o ‘piazza’.
Varie specie di uccelli svolazzano nel cielo o si elevano maestosi, sporgendosi dall’acqua sui massi o tra i rami degli alberi.
Una volta superati i vari canali, dopo quest’intensa visita della laguna, si giunge su una delle distese di sabbia più lunghe dell’isola. È risaputo che la sabbia del mare è per lo più costituita da conchiglie, gusci e sassi che, col tempo e per via delle onde e dei fenomeni atmosferici, si assottigliano fino a diventare granelli sottili quasi impalpabili. La sabbia della Restinga, invece, è composta da granelli dalle dimensioni di chicchi di riso, sorprendentemente lisce e per nulla fastidiose al tatto.
Se ci si avvicina alla riva e si scava leggermente col piede, si può sentire qualcosa tra le dita: basta abbassarsi e raccogliere il guacuco (vongola) a mano libera. È così facile effettuare questo tipo di ‘pesca’ che qualcuno si organizza, portando da casa dei contenitori appropriati per la raccolta, o delle semplici bottiglie in plastica con un foro. A proposito di molluschi marini, prima di chiudere, vi lascio con un consiglio: se venite alla Restinga, lasciatevi sbalordire dalle sue ostriche. Chiedete alla vostra guida di occuparsi dell’ordinazione. Questo è il posto più adatto per consumarle, sia per la loro rinomata qualità e freschezza, sia perché le godrete a prezzo barato, cioè economico e la giornata assumerà un gusto ancor più memorabile.